Riattivare la filiera della seta

È oramai accertato che la ricchezza che rese possibile la costruzione della Vicenza palladiana provenisse soprattutto dalla vendita della seta nei mercati internazionali, e che molti degli stessi committenti palladiani erano tra i principali esponenti di questi investimenti. Oggi un imprenditore vicentino, Giampietro Zonta, racconta al convegno di ConvivioItalia come un sogno sia divenuto realtà: far ripartire una filanda e produrre seta italiana nella Villa di Cartigliano vicino a Nove di Bassano. Per questo progetto, che sarà presentato al convegno del 27 gennaio in piazza degli scacchi di Marostica, Zonta ha costituito una rete d’imprese, “La Rinascita della Via della Seta”.

Zonta intende effettuare il ritiro di tutta la produzione di bozzolo del 2015 ed invita i proprietari di terreni, contadini e agricoltori a reimpiantare e sviluppare la piantagione dei gelsi. La via della seta, in ogni caso, sembra oggi avere un nuovo punto di arrivo: Boston. Il collegamento? Un giovane ricercatore lombardo, Fiorenzo Omenetto, del dipartimento di ingegneria biomedica alla Tufts University di Medford, poco fuori Boston. In un video che lo stesso Omenetto ha chiamato “Seta, l’antico materiale del futuro”, si possono vedere le possibili applicazioni che i ricercatori della Tufts hanno pensato. Nel 2010 la rivista Mit Technology Review ha definito quella di Omenetto come una delle 10 tecnologie che cambieranno il mondo.

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